E poi, dopo che l’onda è crollata a terra,
– il viaggio è stato lungo e faticoso, non saprai mai quanto, ho sempre pensato a te,
nemmeno il tempo di un sospiro che già il mare la reclama.
E ci prova, lei, a trattenersi, aggrapparsi ai sassi, ai ricordi, urlando con il suono aspro della risacca,
– un minuto, un minuto ancora, che poi, lo giuro, torno, arrivo, lo sai bene ormai,
ma non c’è tempo, non c’è più tempo, e così scivola con i passi del gambero, scontrosa, arrabbiata, a tratti, disarmata, davanti al suo amato mare.